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(Ho scritto questo articolo nel Marzo del 2000 per definire come l’Associazione onlus ‘gli argonauti’ si posiziona, operativamente ed eticamente, all’interno del mondo dei Servizi Sociali.) Qualità e Interventi Consapevoli Gruppo Musica con persone autistiche
Tra le principali sfide in cui il volontariato italiano è impegnato, vi è quella dell'ottimizzazione della qualità dei servizi. L'esigenza di interventi efficaci nella realtà sociale si è col tempo chiarita al volontariato che, negli ultimi decenni, ha abbandonato le precedenti finalità assistenziali (funzione 'riparatoria') orientandosi verso la tutela dei diritti di persone socialmente svantaggiate e la prevenzione delle cause del disagio (funzione 'liberatoria').
Consapevolezza progettuale. La trasformazione in corso impone una accresciuta consapevolezza nella progettualità. Le organizzazioni devono cioè essere consapevoli del ruolo che il proprio intervento riveste all'interno del sistema sociale. Riguardo, per esempio, ai problemi dei senza casa, in un ottica assistenzialista, la raccolta e distribuzione di abiti usati può essere un intervento sufficiente. Tuttavia, l'utilità pratica di questo approccio lascia immutate (oltre che incomprese) le cause del disagio. Diversamente, un volontariato interessato alla 'lotta all'emarginazione' effettuerà un'attenta lettura dei bisogni, per garantire che non si investano energie in progetti che rispondono solo marginalmente alle problematiche sociali. Inoltre, si potrà puntare sulle attività di prevenzione. Nel caso degli homeless, per esempio, valutati i singoli casi, si procederà, eventualmente, verso la qualifcazione professionale di chi è entrato, suo malgrado, in un circuito di emarginazione per difficoltà a inserirsi lavorativamente nella società.
Livelli di competenza. Evidentemente, questa consapevolezza sul ruolo che si gioca all'interno del mondo sociale, colloca il volontariato moderno ad un livello qualitativamente differente dai tradizionali interventi 'tampone'. Non si tratta soltanto di 'fasciare la ferita', ma di favorire la sua ottimale 'rimarginazione' in tempi brevi, prevenendo l''aggravarsi del disturbo'. A tal fine è necessaria una maggiore accuratezza nell'uso degli strumenti idonei. In altri termini, per realizzare interventi che non siano superficiali, occorre che il volontariato non si armi di sola buona volontà, ma anche delle opportune competenze. E' in quest'ottica che, nel Terzo Settore, assumono una particolare rilevanza esigenze formative come quelle relative al lavoro di gruppo ed alla gestione delle risorse umane.
Monitoraggio del processo e del prodotto. Per espletare una funzione 'liberatoria' anziché 'riparatrice', occorre monitorare il processo di fornitura dei servizi e la loro qualità. Inoltre, dalla verifica e dal controllo delle proprie attività dipende anche l'affidabilità dell'organizzazione. Nelle imprese private e nell'amministrazione pubblica, esistono modalità concrete per assicurarsi che le consegne vengano opportunamente eseguite: nelle prime, attraverso i livelli di retribuzione, viene incentivato maggiormente il lavoro svolto più efficacemente; nell'amministrazione pubblica, attraverso l'organizzazione gerarchica ed il riferimento a specifici mansionari, viene chiaramente definito come un operatore debba lavorare2. Invece, nelle organizzazioni di volontariato manca uno strumento di controllo concreto per garantire un determinato livello qualitativo. Il costante riferimento ai valori fondanti dell'organizzazione stessa è la strategia principale affinché i tasselli, che insieme realizzano il fine dell'organizzazione, vengano tutti correttamente posizionati.
Motivazione alla qualità. Paradossalmente l'obiettivo dell'organizzazione può non corrispondere alle motivazioni dei volontari. La scelta di dedicare gratuitamente il proprio tempo in attività di volontariato può in molti casi configurarsi in se stessa come obiettivo soddisfacente per la persona: essere socialmente impegnato, essere utile agli altri. Inoltre, il volontario può essere interessato e gratificato dalle relazioni all'interno del gruppo di persone che si incontrano per 'fare del bene', maggiormente che dall'efficacia del lavoro effettivamente svolto. Diversamente, all'interno della realtà sociale, è indispensabile la consapevolezza che non basta proporsi di 'fare del bene', ma che occorre puntare a 'far bene il fare del bene'. Questo slittamento di prospettiva è indispensabile per un volontariato che vuole essere maturo attore all'interno della società.
Un caso di Intervento Consapevole con persone autistiche. Molte sono le procedure attraverso cui un'organizzazione può aumentare la propria efficacia. Non esiste infatti una sola 'strategia giusta': ogni realtà costituisce una situazione singolare che richiede interventi particolari. Il caso che viene portato ad esempio va considerato secondo due chiavi di lettura principali. Da una parte, mostra come un'attività di volontariato possa essere svolta non accontentandosi di aver fatto qualcosa per gli altri, ma puntando ad un realistico livello di buona qualità. D'altra parte, è interessante notare come la metodologia impiegata sia sostanzialmente semplice, ma concettualmente valida.
Da circa quattro anni, l'Associazione-o.n.l.u.s. 'gli argonauti' gestisce un Gruppo Musica con persone autistiche. L'Autismo comporta gravi deficit nelle aree della socializzazione e della comunicazione, oltre che un repertorio estremamente limitato di interessi. Comunicare con una persona affetta da Autismo non è facile. Pertanto, l'emarginazione è una delle conseguenze che spesso questo disturbo comporta. La musica, secondo alcuni autori, può essere un prezioso canale di comunicazione per chi è affetto da questa sindrome.
Il gruppo, che si riunisce settimanalmente, non ha finalità terapeutiche ma si propone, all'interno di un clima ricreativo, di sviluppare da un lato il coordinamento motorio, dall'altro le competenze relazionali al suo interno. Una preziosa finalità 'stagionale' è l'integrazione sociale nella comunità locale: nei mesi meno freddi il gruppo si svolge in un parco pubblico, dove la partecipazione è aperta a tutti gli interessati.
Il Gruppo Musica è supportato da una procedura di verifica e controllo specifica dell'Associazione 'gli argonauti', ossia l'Intervento Consapevole, che comporta l'elaborazione di relazioni periodiche opportunamente articolate (Schede d'Intervento Consapevole). L'impostazione teorica che sottende questa procedura è quella della Ricerca-Intervento. Questo approccio coniuga la soluzione di problemi pratici con gli intenti conoscitivi del ricercatore: utenti e ricercatori collaborano nella definizione delle esigenze effettive e verso la proposta di soluzioni accettabili. Pertanto, viene prestata molta attenzione alle informazioni che sia utenti che operatori forniscono riguardo l'intervento in corso (feedback). In questo modo, è possibile calibrare le forze disponibili verso soluzioni aderenti alla specifica situazione.
Nello specifico del Gruppo Musica, il monitoraggio è realizzato all'interno di riunioni che si svolgono dopo ogni incontro, nelle quali viene aggiornato il 'Diario di Gruppo'. La compilazione di una Scheda di Intervento Consapevole è applicativamente molto semplice: consiste nell'esplicitare sinteticamente la consegna, le caratteristiche della situazione, gli obiettivi fissati, i passi strategici intermedi e la verifica del lavoro in corso rispetto a quanto programmato. Basandosi su relazioni strutturate per punti chiave, la peculiarità di un Intervento Consapevole, rispetto ad una generica relazione sull'attività, consiste nel controllo di alcuni aspetti salienti degl'interventi in atto o in programma. Quelli che seguono sono gli elementi della situazione su cui, in un Intervento Consapevole, viene prestata maggiore attenzione.
Lettura dei bisogni. La psicologia contemporanea è consapevole di come le azioni in ambito relazionale siano complesse già nelle primissime fasi: non sempre la domanda dell'utenza, ossia il bisogno percepito, coincide con le esigenze effettive dell'utente; mentre rispondere ad un bisogno apparente può addirittura allontanare la soluzione del problema reale. Il Gruppo Musica è nato, su proposta di alcuni genitori come attività ludica per ragazzi affetti da Sindrome Autistica. Invece, la possibilità di lavorare sull'integrazione sociale, approfittando di un parco pubblico facilmente accessibile, è emersa solo dopo diversi mesi. A orientare in questo senso è stata la considerazione che un'attività ludica di questo tipo poteva essere svolta accogliendo anche persone non-autistiche, con la conspevolezza, emersa all'interno del gruppo degli operatori, che l'emarginazione va prevenuta evitando inutili isolamenti. Si è perciò elaborata una ridefinizione della consegna, nella quale è stato indispensabile il confronto con i genitori dei ragazzi autistici. Insieme è stata valutata la fattibilità della nuona proposta, ed alcuni genitori hanno fornito indicazioni pratiche su come rapportarsi a persone che non sanno cosa sia l'Autismo.
Aspettative realistiche. Nell'Intervento Consapevole, la definizione della consegna è un importante strumento per l'instaurarsi, tra utenza e committenza, di realistiche aspettative reciproche. Se un genitore percepisse il Gruppo Musica come luogo di terapia rimarrebbe dolorosamente deluso nel vedere che il figlio va semplicemente a divertirsi. Oppure potrebbe accadere che un altro genitore si lamenti che il figlio non ha ancora imparato, dopo vari mesi, a suonare un brano sulla chitarra (che non era un obiettivo per gli operatori) e non si compiaccia, invece, di come abbia cominciato a stare con altre persone senza avere una crisi di auto o eteroaggressività (e si può trattare di una grande conquista!). Comunque, se un tale equivoco si verificasse, l'organizzazione di volontariato avrebbe la responsabilità di interrogarsi su come poteva essere prevenuto. Lettura dei bisogni, analisi della domanda e definizione della consegna sono strumenti utili per prevenire tali incomprensioni.
Consapevolezza nella definizione degli obiettivi. Gli interventi nel sociale, e maggiormente quando si lavora in gruppo, necessitano di un buon grado di consapevolezza. Da un lato, è molto importante che si tenga conto delle energie disponibili e dei limiti che l'impegno volontaristico inevitabilmente comporta. Così non è realistico proporsi che ogni utente del Gruppo Musica sia affiancato sempre dallo stesso operatore, visto che pochi operatori possono dare la propria disponibilità per tutte le settimane. Inoltre, quando l'utenza è un gruppo, diviene opportuno esplicitare le mete realistiche che si è scelto di raggiungere con i singoli partecipanti. Per gli utenti del Gruppo Musica, si è dovuto lavorare su finalità individuali spesso molto differenti: con Rita si punta a far e seguire ritmiche differenti da quella che tende automaticamente a suonare; da Luciano ci si può aspettare, nella migliore delle ipotesi, che porti il tempo sul tamburo per più di quindici secondi; mentre a Guido viene chiesto di dare una mano a sistemare le sedie in cerchio e ad organizzare i turni di scelta delle canzoni.
Passi strategici e scadenze. I progetti più promettenti tendono a rimanere... progetti. Oltre alla consapevolezza circa la fattibilità di un intervento, non può mancare, pena lo spreco di tempo ed energie, una progettazione dei passi intermedi, definiti nel modo più concreto possibile, da compiere per raggiungere l'obiettivo. Un chiaro esempio è a questo proposito la realizzazione degli incontri del Gruppo Musica in un parco pubblico. La finalità dell'integrazione delle persone con Autismo nella realtà locale è stata calorosamente accettata, sin dalla prima proposta, da tutti gli operatori. Quando si è trattato di valutarne più accuratamente la fattibilità, è emerso come l'integrazione non avvenga da sola, ma che, in casi come quello delle persone autistiche, necessiti di mediatori appositamente formati. Conseguentemente, la realizzazione del Gruppo Musica all'aperto è stata fissata per alcuni mesi più tardi. Nel frattempo, si sarebbero formati i volontari, tramite incontri con genitori, insegnanti di sostegno, ed una psicologa. Gli stessi volontari avrebbero elaborato un breve opuscolo informativo sull'Autismo e sul Gruppo Musica da distribuire a chi sarebbe venuto a contatto con questa attività ed ai volontari che si sarebbero aggiunti al gruppo di base. Non considerare questa fase di 'preparazione' avrebbe causato sicuramente molte difficoltà. Altrettanti problemi sarebbero comparsi se non fossero stati fissati con chiarezza i tempi di implementazione delle varie fasi del progetto.
Verifica. La verifica delle attività di tipo sociale non poggia su dati oggettivi: non è possibile quantificare la qualità della relazione tra un operatore e la persona cui ha fatto assistenza. Questo limite non è però una ragione sufficiente per escludere il monitoraggio degli interventi dal processo di produzione dei servizi. Una volta fissati i passi intermedi da realizzare, bisogna controllare che, strada facendo, non insorgano complicazioni. Alcune persone con Autismo non hanno comportamenti 'fastidiosi': urlare, mordere, saltare sempre da un posto all'altro. Durante le riunioni di verifica del Gruppo Musica è emersa la tendenza a trascurare gli obiettivi programmati per uno dei ragazzi, proprio perché è il più 'tranquillo'. Di conseguenza, gli operatori hanno ricominciato a prestargli la debita attenzione, riscontrando, tra l'altro, risultati molto incoraggianti. In assenza di un monitoraggio sistematico, quel ragazzo sarebbe stato messo da parte per ancora chissà quanto tempo.
Il costo della qualità per il volontario. Fare le cose meglio, non vuol dire necessariamente fare più cose. Non occorre che il volontario metta a disposizione più tempo. Piuttosto, si tratta di dedicare una parte della propria attività non direttamente agli altri, ma ad una riflessione, possibilmente in gruppo, su quanto si sta realizzando e sul modo in cui ciò potrebbe esser fatto meglio. Nei fatti, di fronte alla richiesta di dedicarsi al monitoraggio delle attività in corso, è frequente che l'impegno dei volontari venga meno. A tale scopo è opportuno che chi coordina sia in grado di mostrare come la finalità di far del bene non può essere realizzata se non ci si preoccupa di farlo bene e che, inoltre, il costo aggiuntivo delle attività di verifica e controllo garantisce un aumento esponenziale dell'efficacia dei propri sforzi: 'noiose' riunioni mensili di verifica possono elevare notevolmente il livello qualitativo del contributo che un volontario offre.
BIBLIOGRAFIA
Tavazza L. (1998) Il Volontariato nella transizione. FIVOL, Roma. Ranci C. e Ascoli U. (1997) La solidarietà organizzata. Il volontariato italiano oggi. FIVOL, Roma. Benenzon R.O. (1994) Autismo e musicoterapia.Phoenix, Roma. Orford J. (1992) Psicologia di comunità. FrancoAngeli, Milano. Carli R.(1993) L'analisi della domanda in psicologia clinica. Giuffrè, Milano.
© Arturo Mona, Marzo 2000 |