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"Buongiorno,
[...] Le scrivo dopo molti ripensamenti. Non so se potrà
essermi di aiuto. Anzi, sinceramente, penso di no perché io
non credo tanto nella psicologia. Il fatto è che dopo tanti
anni sono proprio stanco di convivere con questa mia 'situazione
particolare'. [...]"
Quando i
pensieri sono muti.
La maggior parte della nostra attività mentale è
interna. Gran parte dei nostri pensieri sono solo per noi stessi: per
lo più non li diciamo, non li mettiamo in atto. Questo è
normale.
A volte però ci sono pensieri che ritornano e ritornano più
volte nella nostra mente, con insistenza, con invadenza, come una
rumorosa e ripetitiva goccia nel silenzio della notte. Sono pensieri
muti e senza voce. Pensieri resi "segreti" perché
ritenuti troppo gravi, vergognosi, importanti, delicati; oppure di
pensieri lasciati nel "non detto" perché banali,
poco interessanti per gli altri, poco importanti per chi ascolta. O
perché fanno male.
Pensieri muti che restano nella mente e che appesantiscono di gravità
e di dolore il vivere quotidiano: ci ritroviamo tristi, stanchi,
scontenti o arrabbiati senza un motivo apparente.
Cosa succede quando un pensiero diventa muto? Le emozioni rimangono
bloccate ed i comportamenti si irrigidiscono. Un piccolo esempio
molto semplice.
1) Pensiero muto
Una signora viene 'sorpassata' durante una coda al supermercato. Non
dice niente. Ma ci pensa e ci ripensa: 'non è giusto', 'se mi
avesse chiesto di passare avanti avrei detto di sì, ma
così..', 'si approfitta della mia disponibilità', etc.
etc.
2) Emozione bloccata
Il fastidio del momento ritorna alla mente insieme al pensiero muto e
l'emozione rimane bloccata dentro la signora. Le emozioni sono come
fiumi: se si blocca il suo corso, il fiume straripa e allaga tutto
quello che c'è intorno. Il fastidio per il 'sorpasso' al
supermercato dilaga e la signora si sente infastidita anche da altre
cose della sua vita (che prima non la infastidivano così
tanto).
3) Comportamenti irrigiditi
Arrivata a casa la signora trova la camera della figlia di 8 anni in
disordine, la sgrida con durezza e la mette in castigo dicendole 'non
è giusto', 'ti approfitti della mia disponibilità' (ma
non trova il tempo per dirle brava per il 10 in grammatica).
La psicoterapia
Gli approcci di psicoterapia, anche i più dissimili, hanno in
comune l'utilizzo della relazione e del dialogo. Una delle funzioni
centrali della psicoterapia è offrire la possibilità di
dare voce ai pensieri muti, consentendo esternalizzazione e
rispecchiamento attraverso l'ascolto attivo, empatico del terapeuta.
A che serve restituire la libertà di parola ai pensieri muti?
Cosa penso quando
lascio i pensieri muti.
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Cosa penso quando
dò voce ai pensieri
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Parlarne non serve a
niente.
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Scopro che il
problema/pensiero è affrontabile, c'è sempre
qualcos'altro che si può fare. E, comunque, già il
solo parlarne mi rende il problema/pensiero meno ingombrante.
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Sono solo con il mio
problema.
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Scopro che non sono
solo. Non sono il solo ad avere questo problema/pensiero. E,
comunque, non sono il solo ad avere un qualche problema/pensiero.
Scopro che dietro la maschera da 'Famiglia del Mulino Bianco'
anche le altre persone hanno o hanno avuto difficoltà se
non uguali comunque paragonabili a quelle mie.
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Nessuno mi potrebbe
capire.
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Scopro che ero io che
non permettevo agli altri di conoscermi: se mi sento 'incompreso'
la responsabilità è mia almeno per il 50%.
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In fondo è poco
importante, una banalità.
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Scopro che in realtà
non è assolutamente una banalità ma che è
importantissimo, in primo luogo perché è importante
per me. Scopro inoltre che se lo faccio capire agli altri, anche a
loro sembrerà importante.
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Tanto ormai ci sono
abituato.
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Scopro che posso dire
'basta!', che posso essere aiutato, che non sono costretto a
sopportare una situazione spiacevole e che non sono costretto a
farlo da solo.
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