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Non si scherza con lo Yoga.

"Soffro di problemi di ansia da 7 anni. [...] Mi hanno consigliato anche di fare un corso di yoga. Pensa che potrebbe essermi di aiuto per eliminare del tutto le sensazioni di ansia che a volte ancora mi tormentano?"

Dal panico all'ansia sociale, dallo stress alle disfunzioni sessuali. Prima o poi qualcuno ce lo consiglia: "Perché non provi a fare yoga? Una mia amica lo ha fatto e da allora etc. etc.".

Pratico personalmente yoga dal 1998 e, data anche la complessità del mondo dello yoga, mi è difficile dare risposte semplici e valide per tutti i casi in generale.

L'utilità dello yoga, praticato correttamente, in generale, è indubbia. Preferisco piuttosto parlare dei suoi rischi: se una cosa è efficace, può anche essere dannosa; se (giustamente) pensiamo/speriamo che lo yoga ci possa aiutare, avviciniamoci ad esso con rispetto, serietà e cautela. In fondo è un po' come con il fuoco: è prezioso e utile, ma se non si è attenti ci si può bruciare.

Ma a che cosa bisogna stare attenti? Quali sono le domande più preziose?

 

    Mi posso fidare di chi conduce il corso? - Indispensabile avere risposte almeno a queste domande: Dove e con chi ha imparato? Per quanto tempo ha seguito il corso? Dopo quanto tempo ha iniziato a insegnare? Da quanto tempo insegna? Quali aspetti dello yoga ha studiato/praticato: Bhakti Yoga, Karma Yoga, Ashtanga Yoga, Hatha Yoga, Kundalini Yoga (se non sa neanche la differenza o se non ve la sa spiegare bene, io lascerei perdere)?

    Mi fido di chi conduce il corso? - Solo dopo aver avuto una risposta valida alle domande di sopra, chiediamoci se sul serio ci fidiamo di chi abbiamo davanti. Se qualcosa, per qualsiasi motivo, dovesse andare storto (un lieve malore, un mal di pancia, un momento inaspettato di disagio o di dolore fisico e/o mentale), chi conduce saprebbe cosa fare?

    Come sto (durante)? - È decisamente la domanda più importate (se siete arrivati fin qui vuol comunque dire che vi potete fidare ed effettivamente vi fidate di chi conduce il corso). In qualsiasi momento, soprattutto all'inizio, chiedetevi (1) "cosa state provando?": quali sensazioni fisiche e quali emozioni (la risposta 'niente' non esiste) e (2) "mi piace o non mi piace quello che sto provando?". Io consiglio di annotare tutto, almeno nei primi mesi, in un "diario dello yoga". Se c'è qualcosa che vi sembra strano oppure un po' spiacevole, parlatene con chi conduce. Ma se la risposta non vi convince al 100%, lasciate perdere: lo yoga non vi sta facendo bene e non val la pena andare avanti.

    Come sto (dopo)? - Praticare yoga non è come farsi fare un massaggio: va bene che ci fa rilassare lì per lì, sul momento, ma dovrebbe/potrebbe avere effetti che si ripercuotono in maniera più estesa (soprattutto le primissime volte che lo si pratica e poi, a volte insapettatamente e con maggiore intensità, dopo i primi 3-4 mesi). Chiediamoci (e eventualmente annotiamolo nel Diario) se durante la vita di tutti i giorni ci è capitato di provare (1) sensazioni fisiche e/o (2) emozioni collegate in qualche modo all'esperienza che stiamo facendo con lo yoga.

    Cosa mi aspetto? - Questa è la domanda che ci si deve porre proprio all'inizio. Perché vado a fare un corso di yoga? Cosa mi può dare? Sicuramente sono moltissime cose: tecniche per rilassarsi, per imparare ad ascoltare il proprio corpo e per scoprire come coccolarlo e/o stimolarlo, ma anche una filosofia di vita ed un approccio 'diverso' alla spiritualità e al contatto con gli altri e con il mondo. Però non è il caso di fare un corso di yoga per risolvere un disturbo di ansia o panico: può essere un prezioso strumento in più. Però se una nostra difficoltà è diventato un vero e proprio 'problema', lo yoga non può essere usato come 'terapia'.

 

© Arturo Mona – 11.11.2009

 

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